Cosa pensare di questo settembre che conclude un anno senza precedenti e ne apre uno ancora pieno di incognite? Le ragioni per essere pessimisti abbondano: tracimano da qualunque mezzo di informazione elettronico e non. Essendo un bastian contrario, questo coro di timori, previsioni infauste e lamentele ottiene su di me l’effetto opposto. Ma ci rendiamo conto, mi chiedo, che questa vituperata Italia, la prima democrazia mondiale colpita dal Covid, dopo una prima settimana di disastri, ha trovato la strada giusta inventando regole del gioco copiate poi da tutti gli altri Paesi?

Come il Covid ha tirato fuori il meglio di noi

Italiani ligi alle regole

Ci rendiamo conto che questi italiani, grazie alla loro disciplina erano arrivati ad avere la più bassa percentuale di contagi in Europa? Anche nella fase di rialzo dell’ultima decade di agosto l’Italia rimane comunque indietro. Chi si immaginava, all’estero e anche in Italia, che gli italiani sarebbero stati così ligi alle regole? Per le strade di Milano o di Torino la gente tiene le mascherine anche se da tempo non è più obbligatorio farlo. Del resto non ci siano un po’ tutti stupiti quando da un giorno all’altro abbiamo accettato la regola che proibiva di fumare nei locali pubblici?

Un salto di qualità nell’utilizzo della tecnologia Ci rendiamo conto che l’Italia nei mesi del lockdown ha compiuto un salto di qualità nell’utilizzo reale delle tecnologie? La scuola, la pubblica amministrazione, perfino la sanità, hanno finalmente iniziato quella transizione digitale che da tempo ci aspettavamo (anzi avevamo finito per perdere la speranza).

Colpiti di più, colpiti per primi ma il Pil è calato molto meno che altrove

Ci rendiamo conto che l’Italia, pur essendo stata la più colpita in termini di morti e malati gravi, ha mostrato una riduzione del Pil perfettamente nella media europea, la metà rispetto a quella del Regno Unito per esempio, che si sarebbe immaginato più flessibile e avanzato?

Indietro non si torna: le relazioni con il cliente avvengono on-line

È possibile che nei prossimi mesi la pandemia riprenda a colpire l’Italia (anche se non si dovrebbe far confusione fra contagiati e malati). È sicuro però che indietro non si torna. Ormai tutti sanno che il mercato è racchiuso nello schermo dello smartphone, che una procedura o è ottimizzata oppure non esiste, che il servizio conta come il prodotto, che il luogo fisico dove una prestazione è effettuata è quasi totalmente ininfluente. Si tratta solo di trarne le conseguenze.

È il momento di esportare

Non so se tutti i miei clienti e concorrenti sanno che questo è il momento di esportare sia perché la deflazione interna (termine pudico per definire il basso livello dei salari medi) ha riportato l’orologio ai tempi pre-euro, sia perché abbiamo le competenze e la flessibilità per farlo. Ormai i nostri costi sono vicini a quelli di Bangalore con in più una cultura del servizio al cliente che gli indiani si sognano.

È il momento di investire in conoscenza

Forse questo è il momento di lanciare il cuore oltre l’ostacolo, di scommettere. Faccio un esempio: anche se – come molti colleghi e clienti non so ancora se potrò mantenere in futuro l’organico attuale – ho investito non poco in un corso di formazione per i miei collaboratori, affinché imparino a maneggiare una nuova tecnologia. Ho investito in comunicazione, soprattutto ho avuto il tempo di pensare.

Covid: governo non ladro

Io ho sempre preso dei rischi, e anche molte bastonate, li ho assunti come manager (anche se odiavo la parola manager) e ancora di più come imprenditore e professionista. Bisogna dire che per una volta lo Stato ha reagito, prendendo dei rischi, azzerando i controlli ex ante, semplificando oltre ogni dire i passaggi burocratici, ha concesso anche alla gran parte delle piccole e piccolissime realtà tutto quello che era ragionevole aspettarsi. Molti hanno avuto mesi di tranquillità in cui era possibile riflettere (restando vicini ai nostri affetti, ai ‘congiunti’). Certo, ricordo bene le prime settimane di terrore, le strade percorse solo da ambulanze, i morti, i bollettini delle 17. Non so come andrà a finire ma tutto sommato sono contento di aver visto tutto questo. Voi cosa ne pensate?

Riccardo Montanaro CEO, e.tere@ srl